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Collettivo LÄ«mÄ•n nasce dall’incontro delle autrici Marta Viola e Stefania Spadoni con l’intenzione di lavorare su un progetto comune che è quello della riconoscibilità del corpo e dello spazio come luogo vulnerabile e per questo in grado di generare energia creativa. 

La scelta stessa del sostantivo latino lÄ«mÄ•n, termine che presenta molteplici significati spesso non facilmente identificabili come sinonimi (soglia, entrata, principio, inizio, esordio, confine, frontiera, limite estremo) indica la volontà del collettivo di tracciare una topografia del corpo, una geografia degli spazi utilizzando alcuni mezzi espressivi come l’immagine, la scrittura, talvolta la performance per provare a ridefinire delle forme fluide come lo è la vita stessa. 

Partendo da alcune esperienze personali molto forti legate al proprio vissuto e ai luoghi dell’abitare di quello stesso vissuto, le due autrici si uniscono per iniziare a raccontare attraverso progetti artistici, workshop e laboratori creativi i segni che rimangono in uno spazio che ha subito dei cambiamenti. 

 

Da una serie di ragionamenti legati all’idea di limite e confine che porta in sè il nome del collettivo, nasce l’esigenza di portare fuori attraverso l’incontro, lo scambio e la progettazione questa nuova consapevolezza sulla geografia del corpo. Senza confini non è possibile concepire alcuna organizzazione e sono proprio i confini che permettono l’interazione, definendone le caratteristiche e le evoluzioni. Essi non si possono cancellare, ma ridefinire e vengono percepiti, tramite sensazioni o stimoli che li rendono mutevoli e instabili. Il confine ci permette di definire l’Altro come conoscibile, funge da catalizzatore, attira, assorbe, definisce, separando incuriosisce, genera la frontiera che altro non è se non un’area dove è intenso lo scambio, il confronto, la competizione e dove predomina l’instabilità, il cambiamento, l’incertezza.

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